Notte di delirio transfobico a Sassari

Provocazioni? “Atteggiamenti inopportuni” nessuna scusante per la violenza transfobica avvenuta all’Enjoy privè di Sassari!

In questi giorni è diventato virale un video che ritrae una scena di violenza di massa contro due transessuali all’esterno di un noto locale di Sassari, l’Enjoy Privè di via Roma. Alcuni testimoni parlano di “atteggiamenti inopportuni” delle due trans tanto da richiamare la sicurezza. Fin qui niente di strano. Un bicchiere di troppo e una buona dose di esuberanza possono portare a comportamenti fastidiosi che devono essere impediti dalle persone addette, appunto, alla sicurezza.
Ma il video ci mostra una realtà che va ben oltre le presunte colpe delle due transessuali. Letteralmente scaraventate fuori dal locale, vengono prese a schiaffi, pugni, persino da dietro (i più vigliacchi), tanto che una delle due cade distesa a terra mentre alcuni continuano a prenderla a calci, mentre volano sedie e tavolini. I ragazzi della sicurezza, più simili a teppistelli ubriachi che a professionisti del settore, sono stati “aiutati” da decine di ragazzi e ragazze che, una volta scoperto si trattava di due Transessuali e non di “donne biologiche”, le hanno aggredite con una violenza inaudita dando sfogo a tutto il loro odio.
Qualsiasi fosse la colpa delle due malcapitate, sarebbe bastato l’intervento “professionale” della security per allontanarle o, nel caso, consegnarle alla polizia. Invece è successo quello che potremmo definire “l’esplosione di un delirio transfobico” con decine di persone che si sono sentite autorizzate a massacrare di botte due persone solo perchè transessuali. I commenti seguiti al fatto e rintracciabili sotto gli articoli, esprimono bene il “maschio pensiero” di quei ragazzi e quelle ragazze carichi di odio. Sulla loro frustrazione e le loro miserabili vite potremmo fare analisi lunghe e profonde ma ci limitiamo a sottolineare come, probabilmente, quella “caccia all’uomo” o meglio “alle trans” non sarebbe avvenuta in quel modo se non incentivata dal contesto. Infatti, oltre al comportamento non professionale della security si aggiunge quello del proprietario che, pur essendo gay, non è di certo “gay friendly”. Alcuni mesi fa, infatti, un’aggressione omofobica a due attivisti del MOS, condita con l’ormai famoso “ti taglio la gola”, non vide l’intervento di nessuno della sicurezza, anche quando richiestogli direttamente, e nessuna scusa da parte del proprietario, che provò persino ad invertire le responsabilità con un’anacronistica colpevolizzazione delle vittime, “ree” di aver provocato l’aggressore con le loro effusioni. Anche in quell’occasione il suo “devono sapersi comportare”, frase che potremmo facilmente attribuire ad un Salvini, divenne virale, creando una fortissima polarizzazione tra le e i difensori della libertà di amare e quelli del “gay si ma a casa loro”!
Dopo quell’episodio partirono due denunce, una contro l’aggressore, noto frequentatore del locale (anche dopo i fatti) e una contro il proprietario per le calunnie e le diffamazioni contro i due attivisti, denuncia seguita da alcuni avvocati della Rete Lenford e che vedrà il MOS parte civile “Il risarcimento del danno morale verrà usato per delle campagne contro l’omo/transfobia di cui a Sassari c’è sempre più bisogno”. Nel frattempo non possiamo che invitare la direzione del locale a comportamenti più civili (ci riesce difficile dire “più friendly”) e al cambio immediato dell’attuale personale della security con professionisti del settore.

 

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