Il parroco di Arborea invoca il lanciafiamme contro i gay. Il MOS lo denuncia

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Mentre il mondo inorridisce davanti alle esecuzioni in nome di Dio, anche di persone omosessuali, da parte dei fanatici dell’ISIS, il parroco di Arborea, Silvio Foddis, nella sua personale campagna contro i gay arriva ad inneggiare al lanciafiamme. E non è tutto. Ad un ragazzo che gli chiede se queste siano affermazioni adatte ad un prete risponde “Avrei potuto andare un po’ più in la”. Più in la di un lanciafiamme? Forse una bomba atomica? A parte la grammatica e il richiamo al fuoco in una terra di incendi, il suo inneggiare all’omicidio dei gay, in maniera cruenta, non può essere in alcun modo giustificato dal suo essere “anche una persona, un uomo, un cittadino”. I cittadini ignoranti e violenti dovrebbero essere educati alla convivenza ed al rispetto; di sicuro non dovrebbero avere la possibilità di “educare” altri, in chiesa o al catechismo. Le dichiarazioni di Silvio Foddis sono contro la legge degli uomini, ma anche contro la legge di Dio. Non possono passare sotto silenzio né essere ignorate come chiacchiere da bar, perchè lui non è un “semplice cittadino” ma un prete a cui, purtroppo, è riconosciuta una funzione sociale di guida e di educazione. L’odio e la violenza, praticata o istigata, non devono avere alcuna cittadinanza in Sardegna come in Italia. E non dovrebbero averne nemmeno nello stato del Vaticano. Grazie Silvio Foddis di averci chiarito perchè abbiamo l’urgenza di approvare una legge contro l’omofobia: per impedire o scoraggiare quelli come te che inneggiano alla violenza e all’omicidio di persone sulla base del loro orientamento sessuale.
In attesa di una legge sarda o nazionale contro omofobia e transfobia, il MOS procederà comunque a denunciare il signor Foddis per istigazione all’omicidio e invitiamo anche le Istituzioni sarde ed il comune di Arborea a fare altrettanto. “Un gravissimo caso di istigazione all’odio ed alla violenza omicida” è il commento della presidente del MOS Barbara Tetti “Ci auguriamo che la Chiesa sarda, nella persona del vescovo di Oristano, Mons. Ignazio Sanna, prenda al più presto seri provvedimenti contro il parroco di Arborea e dimostri così la sua estraneità ai deliri assassini e all’odio che troppo spesso registriamo dai suoi rappresentanti”.

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